Yoga: compagno di viaggio …

Sorrido a pensare di scrivere il mio, come minimo, bizzarro rapporto con lo yoga …

  1. Non ho mai frequentato un corso e pratico da più di dieci anni;
  2. Non mi permetterai mai di insegnare qualcosa di inerente, eppure mi sembra di trasmetterlo in ogni mia parola, in ogni mio gesto;
  3. Sono una catechista (spesso lo yoga viene visto come qualcosa da cui stare ben lontani, perché porrebbe il Sé prima di ogni cosa e quindi anche di Dio), ma io ho trovato che lo yoga ha dato “corpo” ad una fede forse un po’ troppo spirituale; il corpo è tempio dello Spirito.

Forse tutto sta nel capire cosa ognuno intende con yoga.

Per me è un lento ascoltarsi, nel corpo, nella mente  e nello spirito.

L’ascolto porta a comprendere di cosa necessitiamo. Quale asana è più appropriata in quel determinato momento, quale livello posso raggiungere. Purtroppo in una classe l’insegnante, anche se bravo, non può personalizzare il percorso di ognuno.

E’ ascoltare il turbinio della mente che si è persa nella fretta del fare.

E’ ascoltare la necessità di fare parte di qualcosa di più grande, di qualcosa che può darmi sollievo nei momenti di solitudine, di dolore, di smarrimento.

Lo yoga è un percorso formato da diverse tappe, di cui le asana fanno parte, ma non sono le sole: Yama, astensioni e condotte morali soprattutto nei confronti degli altri, non odiare, non essere violenti …; Niyama, condotta morale nei confronti di noi stessi, il rispettarsi, il sentirsi appagati di ciò che si ha.

Pranayama, controllo del respiro, fino a capire lo scambio tra ciò che è dentro di noi e ciò che ci circonda; Pratyahara, distacco da ciò che è materiale, per contemplare l’essenza; Dhyana, meditare per liberare la mente; Samadly, il raggiungimento della saggezza, della comprensione dell’universo.

La fede ha molti punti in comune: i dieci comandamenti, rispetto degli altri e di se stessi; molti brani dei Vangeli ricordano di stare attenti all’uso che si fa della ricchezza (non è vero, però, che essere poveri porta sicuramente ad essere  delle persona buone e viceversa!!!). L’invito a pregare, che, nel caso del Rosario,  ricorda un po’ il lento ripetere dei mantra. Il raggiungere quello stato di beatitudine che porta a stare bene con se stessi e con gli altri, a sentirsi vicini a Dio.

Sicuramente la mia è una visione molto personale e discutibile, però, forse, è una visione che riporta tutto alla sua essenzialità, alle origini.

La frase per iniziare positivamente la tua giornata:

Quando inspiri, tu stai prendendo la forza da Dio. Quando espiri, ciò rappresenta il servizio che stai dando al mondo.
(BKS Iyengar)

Buona giornata.

 

 

2 pensieri su “Yoga: compagno di viaggio …”

  1. Ciao cara!
    Si cercano spesso dei punti di contatto o di distacco tra yoga e religione cristiana… trovo che ognuno possa rielaborare lo yoga a seconda della propria sensibilità sulla spiritualità.
    Io personalmente mi sono riavvicinata all’idea di Dio solo grazie allo yoga, per cui la mia testimonianza è in questo senso. Devo dire che, se vogliamo essere precisi dal punto di vista filosofico, non le trovo così “compatibili”… però non voglio aprire un trattato sull’argomento in questo commento :)))
    Ad ogni modo, il Sé dello yoga è proprio l’idea di Dio, perché nello yoga noi, o meglio la nostra parte più elevata, è parte del Tutto. Certe volte però bisognerebbe mettere in disparte la filosofia e guardare a cosa ci fa sentire bene e a cosa ci avvicina di più ad un intimo sentimento di quel Qualcosa più grande di noi e di cui anche noi siamo del pezzettini o “figli”.
    Un abbraccio! 🙂

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